E sempre mi commuovo quando torno! Mia terra, che mi appari da lontano come cornice d’oro adagiata sull’azzurro mare! Non mi commuovo invano, che nella mente affiorano i ricordi, i più lontani, dei bei giorni lieti; mia bella, mia superba terra di naviganti e di poeti!
In te l’anima ritrova quella parte di sè che a volte sfiora l’infinito, tu accarezzi le sue ferite come l’acqua dei tuoi fiumi la pietra, come il vento le coste e gli aspri monti. Eppure da te spesso mi allontano da ataviche vele trascinata verso sempre nuovi orizzonti.
Poi più bello è tornare ai tuoi declivi, in dolce simbiosi ritrovarmi nelle argentee spirali degli ulivi; lasciar lo sguardo perdersi su spalliere di rose; posare la mia stanchezza infinita dove il giallo di ginestre e di mimose tra il verde, suadente m’invita; restare con lo scoglio ad ascoltare le storie antiche che con voce di mare gli racconti.
E un giorno con ali di gabbiano radere l’onde e poi spaziare nei tuoi fiammanti tramonti.
|
|
|
|
|
|